Il Suono, l’Ottava e la Costruzione della Scala Maggiore
Prima di poter iniziare lo studio dell’Armonia Musicale, ed entrare dentro il mondo della concezione musicale per poterla poi applicare alla pratica, è importante comprendere alcuni concetti fondamentali. Si dice che la Musica sia l’arte dei suoni , e da questa definizione possiamo porci una domanda molto semplice: “Che cos’è un suono?” .
Iniziamo dunque a comprendere cos’è un suono e quali sono le sue caratteristiche. Per avere un suono abbiamo bisogno di qualche corpo vibrante, come ad esempio le corde di una chitarra, o comunque una qualsiasi fonte di vibrazioni , che provochi delle onde sonore che attraverso l’aria arrivino fino alle nostre orecchie.
Le Caratteristiche che distinguono un suono dall’altro sono sostanzialmente 3 e sono:
- L’ Altezza
- L’ Intensità
- Il Timbro
L’ Altezza di un suono dipende dal numero di vibrazioni che la nostra sorgente sonora effettua ogni secondo e si misura in Hertz (Hz). Più è alto questo numero, ovvero più velocemente vibra la nostra corda, e più il suono sarà Acuto; al contrario più questo numero di vibrazioni al secondo è basso e più il nostro suono sarà Grave.
L’orecchio umano è in grado di percepire suoni con frequenze che vanno dai 16-20 vibrazioni al secondo (come limite minimo), fino a circa 20.000 vibrazioni al secondo come limite massimo ( limiti che variano leggermente da persona a persona). Le vibrazioni inferiori al limite minimo vengono chiamate Infrasuoni , mentre quelle superiori al limite massimo vengono definite come Ultrasuoni. Per renderci conto di queste altezze possiamo prendere come riferimento un pianoforte da 88 tasti, esso produce dei suoni che vanno da poco meno di 30Hz a poco più di 4.000 Hz.
Seconda caratteristica del suono è l’Intensità; l’intensità di una nota dipende dall’ampiezza delle vibrazioni. Una vibrazione più ampia produce un suono più forte , mentre una vibrazione meno ampia ne produce ovviamente uno più debole.
Terza ed ultima caratteristica del suono è il Timbro; il timbro è quella qualità del suono che fa si che noi riusciamo a riconoscere il tipo di fonte sonora che lo ha prodotto. Infatti se , ad esempio, una chitarra suona una nota con una certa intensità e posta ad una determinata altezza e poi la stessa nota viene suonata da un pianoforte , tutti noi dovremmo essere in grado di riconoscere la Chitarra dal Pianoforte. Il timbro dipende anche da moltissimi fattori, come ad esempio la forma dell’onda sonora e anche dalla presenza di altri suoni, detti suoni armonici, insieme al suono fondamentale.
L’Ottava Musicale
Dopo aver visto quali sono le caratteristiche principali di un suono , iniziamo a parlare di musica e vediamo cos’è un’Ottava musicale. Per definire un’ottava dobbiamo rifarci nuovamente al concetto di Altezza di un suono. Abbiamo appena visto come il nostro orecchio umano sia in grado di percepire suoni che vanno da un minimo di 20 Hz ad un massimo di circa 20.000 Hz; i suoni compresi in questa fascia sono teoricamente infiniti , ma siccome il nostro orecchio umano non è in grado di percepire dei suoni che sono troppo vicini tra di loro come altezza il numero di questi suoni compresi in questa fascia si riduce sensibilmente.
Inoltre alcuni suoni, pur essendo posti ad altezze diverse, presentano tra di loro notevoli elementi di affinità: sono quei suoni che hanno tra di loro un rapporto di 1:2 ( o comunque multipli di 2 come 1:4, 1:8 etc. etc. ). Per esempio tra il suono che si trova ad un’altezza di 440 Hz, che per convenzione viene chiamato LA (A nel sistema anglosassone), ed i suoni che si trovano ad altezze multiple (880 Hz, 1760 Hz …) , o quelli che sono dei sottomultipli (220 Hz, 110 Hz …) , c’è una notevole affinità tra di loro , sono estremamente somiglianti anche se si trovano ad altezze diverse.
Tutti questi suoni con caratteristiche simili, in questo caso al LA a 400 Hz, prendono tutti il nome di LA, e la distanza che c’è tra di loro (Intervallo), prende il nome di Ottava.
All’interno di ogni Ottava , ovvero tra un suono ad una certa frequenza ed un altro con frequenza doppia , o sottomultipla, il nostro orecchio umano è in grado di percepire moltissimi suoni diversi tra di loro ; nel nostro Sistema Temperato , però , l’ottava viene suddivisa soltanto in 12 intervalli perfettamente uguali tra di loro . Ognuno di questi dodici intervalli viene chiamato Semitono , mentre si chiama Tono l’intervallo che comprende sue Semitoni.
Abbiamo quindi 12 suoni all’interno di un’Ottava e tante ottave all’interno del nostro campo di udibilità. A noi basterà analizzare soltanto i suoni che sono presenti all’interno di una singola ottava in quanto le altre ottave in fondo altro non sono che delle ripetizioni della stessa ottava (ad altezze diverse).
Questi 12 suoni contenuti all’interno di un’ ottava sono le nostre note musicali; se oggi dovessimo dare dei nomi alle note probabilmente useremmo dei sistemi più razionali , come il sistema anglosassone basato sulle lettere dell’alfabeto, ma la storia del linguaggio musicale è stata una storia molto travagliata al pari di tutte le altre storie degli altri linguaggi.
Noi Latini, di origine e concezione classica, abbiamo identificato questi suoni utilizzando i nomi: DO – RE – MI – FA – SOL – LA – SI. Come potete facilmente notare, questi nomi dati a questi suoni sono soltanto 7 mentre noi sappiamo che abbiamo 12 suoni all’interno di un’ottava. Inoltre questi suoni non si trovano tutti alla stessa distanza (intervallo ) tra di loro; DO- RE , RE – MI, FA – SOL, SOL – LA si trovano alla distanza di un tono mentre MI – FA e SI – DO si trovano alla distanza di un semitono.
Come vedete abbiamo identificato soltanto 7 dei 12 suoni che sono presenti all’interno di un’ottava, e gli altri 5?
Questi 7 suoni sono corrispondenti ai tasti bianchi di un pianoforte:
I tasti bianchi del pianoforte sono proprio le sette note che abbiamo identificato finora, i tasti neri sono le altre 5 note che mancano all’appello. I Tasti neri, ovvero le altre 5 note , sono state poste laddove c’era troppo spazio, tra le note che distano un tono. Per chiamare queste note intermedie non sono stati introdotti degli altri nomi, ma vengono usato gli stessi nomi delle altre note seguite da un suffisso # (Diesis) o da quello b (Bemolle). Più precisamente se da un suono qualunque (ad esempio un DO), saliamo di un semitono , chiamiamo come DO# il tasto nero su cui siamo finiti; se giungiamo invece allo stesso tasto nero scendendo di un semitono dalla nota RE, chiameremo il tasto di arrivo come REb.
Per definizione, se il nome corrispondente ad un suono è seguito da :
- un # (Diesis), il suono va innalzato di un semitono
- un b (Bemolle), il suono va abbassato di un semitono
Esistono anche altri simboli che sono il doppio diesis , che innalza il suono di due semitoni (un tono), ed il doppio bemolle, che abbassa il suono di due semitoni (un tono).
C’è anche un altro simbolo grafico che si utilizza nella scrittura musicale che è il bequadro, che è un simbolo che serve ad annullare i precedenti Diesis o bemolli.
Tutti questi simboli vengono chiamati come alterazioni o accidenti.